Alle porte del Mediterraneo

Tangeri, Marocco, 2021

La seconda tappa della nostra ricerca ci ha portato a Tangeri, in Marocco. È qui che nel 2006, prima ancora dello scoppio della Primavera Araba, l’artista Yto Barrada ha incoraggiato la nascita della Cinémathèque de Tanger, una delle iniziative culturali più importanti del Nord Africa. Il restauro del Cinema Rif affacciato su Grand Socco, nodo cruciale tra l’antica Medina e la nuova Marina, è più di un atto di amore per il cinema o di resistenza come archeologia urbana. Rappresenta il prototipo di un’istituzione innovativa, indipendente rispetto alle ingerenze politiche ed economiche del territorio, e allo stesso tempo strumento di formazione di una società civile forgiata dalla cultura delle arti.

È la stessa artista a mostrarci l’espansione della città oltre i suoi stessi confini, tra quartieri abusivi, industrie riconvertite ai nuovi mercati e Tanger Med, un gigantesco complesso industriale e portuale a metà tra Atlantico e Mediterraneo, Europa e Africa. Cospicui investimenti mutano rapidamente l’identità di Tangeri. E allora, se storicamente l’ibridazione culturale dell’area si è sviluppata sulla scia degli scambi commerciali, può oggi l’arte divenire un mezzo per comprendere meglio la natura di queste trasformazioni?